Limiti chiari alle presunzioni sui prelevamenti bancari
Con la conversione del DL n. 193/2016 finalmente vengono dati dei limiti "certi" all'utilizzo delle presunzioni in ambito di indagini finanziarie.
Chiarito una volta per tutte che per i professionisti i prelievi non possono essere considerati compensi (ma questo ormai era evidente dopo la sentenza della Consulta e le più recenti Cassazioni), sono stati stabiliti limiti quantitativi entro i quali, anche per gli imprenditori, i prelevamenti non si traducono automaticamente in ricavi non dichiarati, pur in assenza dell'indicazione del beneficiario. Quindi solo i prelevamenti superiori a 1.000 euro al giorno, o comunque a 5.000 euro al mese, possono essere presuntivamente considerati ricavi non dichiarati.
Ora, se da un lato è sempre criticabile il fatto che ci siano limitazioni all'uso del proprio denaro, o che comunque si debba precostituire la prova dell'innocenza, spesso diabolica, quando si parla di contante, dall'altro è sicuramente apprezzabile poter avere dei limiti certi che, nella prassi più comune, permetteranno di risolvere situazioni ai limiti del paradossale e che uniformeranno gli accertamenti senza lasciare quella che era la precedente discrezionalità al funzionario di turno.
Almeno si parte tutti dalla stessa linea, poi vediamo dove si arriva.
Comunque sia, dei limiti chiari alle presunzioni sui prelevamenti bancari sono il punto di partenza, giusto o sbagliato, per potersi difendere in caso di contestazioni.
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